PICCOLE-GRANDI STORIE DELLA CHIESA DI BERGAMO. IN ARRIVO LA NUOVA OPERA MONUMENTALE DI MONSIGNOR ERMENEGILDO CAMOZZI
I nostri appuntamenti sono sempre stati
lì, nella chiesa a unica navata della Madonna della Gamba, a Desenzano sul
Serio, nel Comune di Albino, poco distante dall’abitazione privata di monsignor
Ermenegildo Camozzi. Non sono stati incontri a cadenza regolare, ma ogni
qualvolta c’era la necessità di revisionare bozze, scambiare documenti, valutare
i diversi aspetti della ricerca, soprattutto in relazione alla definizione del
suo migliore “vestito” editoriale, bastava una semplice telefonata per stabilire
giorno e ora del ritrovo. Per oltre due anni la maestosa torre campanaria
annessa al santuario ha vigilato sui nostri incontri, scandendo i tempi della
mia permanenza nei pressi di quel luogo sacro. Don Gildo era sempre lì che mi
aspettava, non si è mai fatto attendere una volta. Sapevo di trovarlo seduto in
meditazione in uno degli ultimi banchi, in fondo alla bella chiesa barocca che
conserva e continua a trasmettere alle nuove generazione il mistero di
Venturina, la giovanetta miracolosamente guarita nel 1440 da una grave
infezione alla gamba a seguito dell’apparizione della Madonna. Appoggiato al
banco, lì appresso e sempre a portata di mano, come si conviene a un compagno
fedele, il bastone sorregge e rinfranca l’anziano prelato nel suo spostamento dalla
chiesa alla casa del parroco, situata accanto alla cancelleria del santuario,
oltre il sagrato, oppure al barettino poco distante, dove di norma hanno avuto
luogo i nostri incontri: davanti a noi, disposti sul tavolo, ogni volta si
presentavano centinaia di fogli intrisi di inchiostro, posti al centro delle
nostre argomentazioni per convenire correzioni, aggiunte, cancellazioni ai
testi definitivi del nuovo libro ormai prossimo alla stampa.
Ora, dopo tanto
silenzioso e invisibile lavoro durato molti anni, di ricerca innanzitutto, poi
per la finalizzazione e la messa a punto di una soluzione editoriale, anche
quest’altro studio sta per essere consegnato alle stampe e vedrà probabilmente
la luce nelle prossime settimane. Ospiti per l’ennesima volta nell’ufficio del
parroco, solo pochi giorni fa Don Gildo ha definitivamente licenziato l’opera,
dopo aver verificato anche gli indici. In tale circostanza i suoi occhi azzurri
riflettevano la soddisfazione interiore di aver reso un altro importante
servizio di riconoscenza e di identità alla sua Chiesa, nonostante alcuni dubbi
riguardanti la buona accoglienza di tanta meticolosa e preziosa indagine. Quest’opera
– afferma Don Gildo – gronda di sacrifici e di speranze, espressioni
soprattutto delle comunità periferiche e dei rispettivi prelati, gran parte dei
quali vissuti in povertà e solitudine, e di un’infinità di piccole-grandi
azioni quotidiane, le quali hanno fatto grande la Chiesa di Bergamo e
costituiscono monito ed esempio per le generazioni di parroci e parrocchiani
presenti e future: anche per questo motivo – conclude il noto studioso – non dovrebbe
mancare in ogni parrocchia.
Ci siamo
congedati, come sempre, con un sorriso e, nonostante le preoccupanti difficoltà
finanziarie a sostenere le spese derivanti dalla stampa di un’opera in tre
tomi, Don Gildo continua a infondere fiducia e tranquillità. Prima di avviarsi
verso la sua piccola utilitaria, che lo riporterà a casa, m’invita a continuare
a confidare nella Provvidenza e nell’aiuto dei numerosi parroci, sacerdoti e
parrocchiani citati nella ricerca e vissuti in santità, a noi sconosciuti, cui quest’opera è dedicata.
Non ho motivo di dubitarne, come già è avvenuto con Don Gildo per altre
iniziative analoghe.
Commenti
Posta un commento