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Visualizzazione dei post da ottobre, 2020

LA NOSTRA PROPOSTA PER FARE COSE BELLE…

  Valle Brunone (in Valle Imagna).  Alle preoccupazioni circa l’estensione e l’esito finale del feroce attacco inferto al mondo intero dalla pandemia da Covid 19, fanno eco in parallelo le notizie allarmanti sull’andamento della nostra economia. Non mi riferisco solo ai dati nazionali, ma ho sott’occhio soprattutto la realtà degli esercizi pubblici di prossimità e delle imprese commerciali della mia valle. Partecipo emotivamente alle loro difficoltà. C’è sofferenza negli occhi dei ristoratori. Stiamo vivendo un clima di estrema confusione. Ci ritenevamo un Paese tra i più sviluppati e organizzati al mondo e invece, come al risveglio da un grande sogno, ci siamo riscoperti di matrice sudamericana. Abbiamo voluto credere nelle eccellenze sanitarie del Belpaese, ma improvvisamente ci siamo riscoperti carenti della medicina del territorio, la Cenerentola del sistema sanitario nazionale e, ancora oggi – fine ottobre 2020 – scarseggiano addirittura   i vaccini antinfluenzali e non si sa bene

PER OGNI LAMPADA CHE SI SPEGNE, CE N'È UNA CHE SI ACCENDE...

  Dal villaggio di San Simù , volgendo lo sguardo a levante, osservo attentamente la linea di displuvio che scende dolcemente verso il fondovalle e separa il bacino idrografico dell’Alta Valle Imagna dal suo contermine della Valle Brembilla, al di là della bella chiesetta di San Piro, sulla cima del Monte Poren, con l’annessa torre campanaria, che spiccano in posizione preminente. I miei pensieri si posano sull’ampia radura, pulita e all’apparenza piana, di Rec ü dì, per lo più erbosa e circondata da boschi di latifoglie dalla folta vegetazione. Da decenni attendono di essere fatti oggetto di taglio colturale, ma mancano le strade e più nessuno, al giorno d’oggi, è disposto a installare palorci o fili a sbalzo. Eroiche generazioni di montanari hanno nel passato solcato quella preziosa area, disboscandola, tracciando nel terreno solchi duraturi per renderla coltivabile e finalizzandola ad accogliere gruppi stanziali di piccoli allevatori e agricoltori con le loro famiglie. L’antico ins

INCONTRO APPASSIONATO TRA UNA CLARINETTISTA E IL FONDO MUSICALE DI CA BERIZZI

  Jules Burgmein, Babau (Fondo musicale di Cà Berizzi) Letizia, musicista professionista di origini bergamasche e ascendenze materne dalla Valle Imagna, vive attualmente in Olanda, anche se l’attività concertistica la porta a varcare diverse frontiere soprattutto nei Paesi del Nord-europa. Torna di frequente a Bergamo, la sua città del cuore, dove vive la famiglia, soprattutto in questo periodo di crisi socio-sanitaria, che ha messo in ginocchio diversi circuiti artistici e rinviato molti appuntamenti musicali. La brava clarinettista è stata protagonista di una storia a lieto fine - una sorta di fiaba dei nostri tempi – nata nel Web, quella grande e stupefacente piattaforma comunicativa che ci consente di partecipare, virtualmente ma in tempo reale, agli avvenimenti che accadono in qualunque luogo. Alcuni mesi fa Letizia ha letto sui social un post di Cà Berizzi riguardante il brano musicale intitolato Babau, con riproduzione della bella copertina. Quella composizione musicale, ispir

INCONTRI E PENSIERI ALL’AURORA

Il vitellino di Gabi In poco più di cinque minuti dalla contrada raggiungo con l’automobile la stalla sul monte, a circa mille metri di altitudine, dove sono “stallati” sei vitelli di razza grigio-alpina e Gabi, la vecchia vacca giunta ormai a fine carriera. Durante l’estate, libera al pascolo, ha allattato forse l’ultimo suo vitellino. I bovini mi attendono lassù due volte al giorno e i vitelli, dai tre ai cinque mesi di vita, ormai svezzati, appena mi sentono arrivare incominciano a muggire e si agitano, golosi della loro razione di “pietanza”, costituita dalla traìs colma di fieno e una miscela di farina de mergòt e panèl. Scalcitano e si spingono a vicenda, per farsi spazio, protesi verso i secchi. Il riflesso della fame, o del semplice appetito, li spinge ad allungare più volte la lingua e poi a ritirarla – sono irrequieti di fronte alla semplice vista del secchio – ricordando probabilmente la fase dell’allattamento. La stalla dei vitelli È ancora buio – sono solo le sei del ma

RETROSCENA DI UN INTERMINABILE APPLAUSO

  Nella chiesa parrocchiale di Fuipiano. Proiezione in anteprima del film-documento "L'ultimo bergamino" Un interminabile applauso, durato parecchi minuti, è partito spontaneo nella chiesa parrocchiale di Fuipiano al termine della prima visione del film-documento L’ultimo bergamino (sabato 26 settembre 2020). Quei battiti di mano, che continuavano a scrosciare, hanno riversato sul protagonista del filmato un enorme carico di affetto e riconoscenza e, come quando si rompono gli argini di una diga, un’impareggiabile quantità di sentimenti, accumulatisi durante la proiezione, si è simultaneamente liberata: una naturale reazione di fronte al forte turbamento e l’intensa partecipazione dei convenuti rispetto alle vicende narrate. Lui, il primo attore del lungometraggio (sessantuno minuti), Carlo Rota di Locatello, ol Carlì , seduto al primo banco, ha assistito imperterrito allo scorrere delle scene, osservando sul grande schermo diversi frammenti della sua vita, ricostruiti at