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Visualizzazione dei post da agosto, 2020

RESISTERE, RIORGANIZZARE, RIPARTIRE. ALPINE SEMINAR 2020 A CA' BERIZZI IN MEMORIA DI CONTARDO CROTTI

   Contardo Crotti. Osservo con profondo piacere che l’ Alpine Seminar 2020, allestito presso la Bibliosteria di Cà Berizzi e organizzato nell’ambito della X Edizione de I Maestri del Paesaggio , è dedicato alla memoria dell’agronomo Contardo Crotti, venuto a mancare il 12 marzo 2020, ferito mortalmente a seguito dell’attacco di Covid 19. Giorni memorabili, tristi e di pessima fama, sono stati quelli della primavera scorsa. Contardo se n’è andato in silenzio, con umiltà, così come ha sempre vissuto, tra gli affetti della sua famiglia e all’ombra della grande stima collettiva conquistata e meritata sul campo nel corso di anni di intenso lavoro professionale. Come non ricordare quel famigerato mese di marzo, quando amici, parenti, semplici conoscenti cadevano improvvisamente, falcidiati dalla terribile pandemia, e L’Eco di Bergamo pubblicava ogni giorno oltre dieci pagine di necrologi funebri. Come dimenticare le colonne di camion militari, carichi di bare con le salme dei nostri conterr

PIZZAIOLO, COLLEZIONISTA E INSTANCABILE ANIMATORE DELLE VICENDE DELLA SUA VALLE

Stefano Frosio Stefano non è solo un bravo pizzaiolo, comproprietario, assieme ai suoi fratelli, di uno spazioso esercizio pubblico situato proprio nel centro della Felìsa , dove con una certa regolarità metto le gambe sotto il tavolo per gustare una prelibata pizza accompagnata da speck e stracchino (quello nostrano, prodotto dai nostri allevatori di monte), alternata all’immancabile Fumata Bianca, farcita con diversi ingredienti. Una vera esplosione di sapori alpini e mediterranei. I meno giovani sanno che questa pizza è stata voluta alla memoria di Dante, suo papà, per non dimenticare quando, la mattina del 28 ottobre 1958, dalla stufetta istallata in prossimità dell’abitazione del noto fotografo della Valle Imagna, ma in luogo accessibile e visibile da tutti, fuoriuscì il fumo bianco: da quel momento ol Capelù - così la popolazione della valle lo aveva soprannominato, in relazione al suo vistoso cappello nero a larghe tese – ha iniziato ad annunciare a gran voce l’imminente elezio

VISITA A BATTISTA LA VIGILIA DI FERRAGOSTO

Più volte, durante il nostro peregrinare nella storia sociale ed economica delle popolazioni della montagna orobica, abbiamo colto la centralità della famiglia, quale fattore coagulante gli interessi e il lavoro dei vari membri: un formidabile strumento di resistenza rurale e binario di scorrimento e trasmissione di tradizioni professionali, comportamenti e modi di vivere. Soprattutto nel passato, la famiglia normalizzava la vita dei diversi componenti, distribuiva e perequava compiti e impegni, agiva da freno rispetto alle possibili fughe individuali, suppliva alle carenze dei singoli ed era in grado di chiudere eventuali falle nel sistema parentale, che si aprivano al suo interno e ne potevano pregiudicare l’integrità; costituiva un’àncora di sicurezza per l’individuo e agiva da referente e garante dello stesso nei confronti di tutta la comunità rurale. La forza della famiglia si misurava anche nel numero dei suoi componenti, che contrassegnava la capacità del gruppo di fronteggiare