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Visualizzazione dei post da settembre, 2020

BERGAMINO E PREVOSTO. STORIE DI TRANSUMANZE E PROCESSIONI

  Antica transumanza bergamina (a Inzago, sul set di Luigi Ceccarelli,2020) Mi è stato chiesto come mai la proiezione, in anteprima assoluta, del film-documento L’ultimo bergamino, che dà il via alla transumanza bovina da Bergamo a Gorgonzola - un evento d’impatto non trascurabile, in programma dal 30 settembre al 4 ottobre 2020 - sia stata organizzata nella chiesa parrocchiale di Fuipiano. La scelta non è stata casuale, se solo pensiamo alla cultura zoo-casearia che gli abitanti del villaggio posto sul tetto della valle, in posizione dominante, hanno sviluppato nel passato. L’altitudine sopra i mille metri e la conseguente difficoltà a praticare l’agricoltura, la presenza di consistenti praterie montane e la vicinanza alle aree a forte tradizione bergamina di Morterone e della Valle Taleggio hanno influenzato nei secoli scorsi diverse attività pastorali, connesse soprattutto all’allevamento bovino e alla lavorazione del latte per la produzione degli stracchini. Non è un caso che, a qu

ORGOGLIO BERGAMINO - RIEVOCAZIONE STORICA DI UNA TRANSUMANZA DA BERGAMO A GORGONZOLA (30 SETTEMBRE – 4 OTTOBRE 2020)

Manifesto della transumanza bergamina 2020 Chi l’avrebbe mai detto che, in così poco tempo, si sarebbe riusciti a organizzare un evento come quello della transumanza dei bergamini, con i loro armenti al seguito, da Bergamo a Gorgonzola? Non è una domanda fuori luogo, perché, in solo un mese si è stabilito l’itinerario, effettuati i molti sopralluoghi, definite le tappe, ottenute le necessarie autorizzazioni amministrative, coinvolto una decina di Comuni e le principali istituzioni regionali, acquisita la partecipazione di alcune decine tra enti, associazioni e fondazioni. Oggi si può dire che tutto quanto è pronto. Siamo sulla linea di partenza. La rievocazione storica di un fenomeno, quello della transumanza stagionale a piedi dei bovini dalla montagna alla pianura lombarda, assai diffuso sino a tutta la prima metà del secolo scorso, oggi decisamente superato, si presenta un evento assai atteso. Impensabile sino a poche settimane fa. L’iniziativa è stata programmata dal 30 settembre a

COLONNA SONORA DI FINE ESTATE

Ieri sera mi sono addormentato ascoltando il suono dei campanacci delle vacche al pascolo nel praticello a fianco della mia abitazione, dove un tempo scorreva in superficie un ruscelletto e c’era pure una graziosa cascatella, le cui acque, di norma pressoché limitate, s’ingrossavano all’improvviso e a vista d’occhio durante temporali e acquazzoni. Molti anni fa quel tratto della Valle del Fontanello - così era chiamata sulle antiche mappe del Catasto del Lombardo-Veneto – è stato chiuso mediante la posa di grosse tubazioni interrate di calcestruzzo, che hanno così canalizzato tutta l’acqua piovana e di sorgiva proveniente dal versante soprastante. Mio padre era costantemente alla ricerca di nuove aree da coltivare a prato per le sue vacche e la pratica diffusa, ancora sino a tutti gli anni Ottanta del Novecento, era quella di spianare, laddove possibile, e rendere facilmente fruibili anche le superfici più impervie. La sua vita è stata una continua e costante conquista di spazi e oppor

LA FESTA SETTEMBRINA DELLA CORNABUSA, MA NON SOLO…

Il falò di Caterina Gli ultimi lumicini ancora accesi, bene allineati sui muretti di recinzione delle case, come pure sui davanzali delle finestre, fanno da cornice alla nascita del nuovo giorno, quello della festa settembrina della Madonna della Cornabüsa , quando tutti gli anni gli abitanti della Valle Imagna rinnovano i sentimenti di pietà popolare nei confronti della loro madre celeste e fanno ritorno alla Grotta, come un pellegrinaggio spirituale e culturale alle loro origini. Attraverso in automobile il villaggio di San Simù alle prime luci dell’alba, diretto alla stalla di Recüdì per prelevare stracchini e altri formaggi destinati alla vendita, godendo ancora di ciò che rimane dei festeggiamenti della vigilia e le piccole fiammelle ancora sfavillanti, immerse nella cera raccolta dentro barattoli di plastica rossa, mi indicano la strada da percorrere, non quella sulle quattro ruote, che ormai so riconoscere a occhi chiusi, ma riferita ai pensieri e alle emozioni che trascendono

RICOMPOSIZIONE E RIQUALIFICAZIONE FONDIARIA IN MONTAGNA E SOSTEGNO DELLE PICCOLE AZIENDE AGRICOLE INDIVIDUALI.

Non c’è come vivere accanto ai contadini per comprendere quali siano i problemi concreti dell’agricoltura e dell’allevamento nelle zone di montagna, soprattutto quelli di natura strutturale, la cui soluzione prescinde persino dalla buona volontà e dalla capacità d’intervento dei singoli operatori rurali. L’attuale situazione di crisi sociale ed economica, che per certi versi ha suscitato nuove attenzioni nei confronti delle terre alte, ha ulteriormente messo in evidenza vistose lacune e vuoti di prospettiva, da colmare quanto prima se vogliamo veramente sostenere e rafforzare il sistema montagna, mettendo in atto azioni concrete di sviluppo. I piccoli allevatori presidiano veramente il territorio, praticano ancora l’alpeggio (non senza difficoltà), mantengono in vita piccoli caseifici rurali all’insegna dell’artigianalità, vivono quotidianamente le terre di monte, affrontano continui spostamenti l’estate da un pascolo all’altro con i loro armenti, soffrono per la carenza di foraggio, s