Passa ai contenuti principali

ADDIO LUGANO BELLA...

Fuipiano Valle Imagna, contrada Arnosto, anni '60. Centro Studi Valle Imagna, Archivi della Memoria e delle Identità. Fotografia di Rinaldo Della Vite

In questo periodo, spesso senza accorgermene, mi ritrovo a canticchiare o a fischiettare la nota canzone anarchica Addio Lugano bella...  Ogni riferimento ideologico rischia di essere oggi fuorviante. Restano, però, i comportamenti, che si ripetono nella storia, e le tensioni imperscrutabili dell’animo. 

Un pensiero costante, come un tarlo, mi ronza per la testa: l'inspiegabile atteggiamento di chiusura della nuova Amministrazione di Fuipiano nei confronti del Centro Studi Valle Imagna. Un affronto dietro l'altro. Dapprima la bocciatura del programma Berghemhaus, poi il “sequestro” dei nostri libri depositati da anni in alcuni locali non utilizzati messi a disposizione dal Comune. E non è finita qui. Ora partono gli attacchi personali. 

Ritorna, a bassa voce, il motivo musicale: … Cacciati al par dei malfattori.... 

“Licenziati”, messi alla porta senza tanti complimenti. Un vero e proprio "benservito" per una relazione improvvisamente e inaspettatamente troncata. E pensare che, proprio a Fuipiano, avevamo concentrato diversi entusiasmi per ricerche sociali e pubblicazioni, costruendo programmi di sviluppo e attirando preziosi finanziamenti. 

Per citare solo alcune tappe di questa proficua relazione, ricordo il volume La voce del Bugesera, promosso per mettere in luce la nobile figura di Antonia Locatelli di Fuipiano, uccisa in Ruanda nel 1992 e proclamata Giusto del mondo. 

Con il volume Fede e tradizione, invece, abbiamo valorizzato un'altra personalità di spicco, quella di Don Amadio Moretti, prevosto per quasi sessant'anni a Fuipiano. 

Infine, con il film-documento L'ultimo bergamino abbiamo inteso dare inizio a un filone di ricerca sulla civiltà di bergamini, formidabili allevatori transumanti e casari di monte che nella contrada di Arnosto avevano gettato solide basi, espandendosi e trasferendosi poi alla Bassa. 

Questo processo, destinato a produrre, nel futuro immediato, interessanti iniziative di vivacizzazione socio-economica e culturale del contesto, è stato bruscamente interrotto, poiché il Comune di Fuipiano  ha impedito  al Centro Studi Valle Imagna di attuare il programma di animazione per un primo investimento di 700.000,00 euro, cui avrebbero fatto seguito ulteriori iniziative e finanziamenti. Messi alla berlina dal Comune, evidentemente indirizzeremo altrove le nostre attività. 

Nonostante l'imprudenza rischi di pesare come un macigno sulle responsabilità non solo politiche degli attuali amministratori comunali, ancora una volta ci appelliamo al buon senso della popolazione, da sempre capace di grandi gesti di altruismo, e alla sua forza di reazione... 

Non è fuori luogo precisare che, ciò che il Centro Studi Valle Imagna ha fatto in questi anni, non è stato a favore di questa o di quella Amministrazione locale, bensì nell’interesse esclusivo della popolazione e dello sviluppo complessivo del paese. 

Forse alcuni amministratori locali, soprattutto quelli ancora “implumi”, non sanno ancora che il loro mandato sarà ricordato e onorato non per ciò che avranno demolito, bensì per quello che saranno stati capaci di costruire.

La penna che ho tra le mani subisce frequenti interruzioni, mentre pensieri, argomenti e preoccupazioni si sovrappongono e frenano la bella scrittura. Il sangue ribolle e sbrotta nelle vene, come fa il caffè quando si indugia a spegnere il fornello. Sotto arde il fuoco. Spesso il piano razionale si confonde con quello emotivo. 

Mi acquieto solo quando, a tratti, si riaffacciano altri brani diversi della solita canzone...: Amici che restate, le verità sociali da forti propagate...



UN APPELLO CONCRETO!

“Sfrattati” dal Comune di Fuipiano, siamo alla ricerca di un nuovo magazzino (di almeno 100 mq., possibilmente a piano terreno) dove poter trasferire il deposito dei libri pubblicati in questi anni dal Centro Studi Valle Imagna.

Commenti

  1. Una storia che ha dell'incredibile. Con la fatica ad attirare finanziamenti questi disfano un progetto promettente che poteva legare Fuipiano ai territori vicini sulla base di un tema che li accomuna.

    RispondiElimina
  2. Antoniooooo
    ciaooooo
    Sono lo spettro di uno di quei poveri cristi che ti portò aggratis i libri a Fuipiano: ci promettesti una pizza, ma manco un grazie ci lasciasti!
    Vabbuò, so tempi difficili, ci accontentiamo di un asportino semplice semplice. E la lista:
    7 margherite
    4 cotto
    5 capricciose
    3 salamino
    4 verdure
    2 fantasia
    Ce contamo! Facce sape! Ciao mitico!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Posso sapere chi sei? Mi aiuteresti a ricordare meglio. Grazie

      Elimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

RACCOLTA DI DIVERSI RIMEDJ A VARJ MALI - UN RICETTARIO LOMBARDO DI MEDICINA POPOLARE DEL DICIOTTESIMO SECOLO - IL NUOVO LIBRO DEL CENTRO STUDI VALLE IMAGNA

Frontespizio della prima raccolta di Rimedj . Un caro amico si è scandalizzato (o ha fatto finta di esserlo), leggendo l’ultimo post in cui si annunciava l’imminenza del nuovo libro A catàr la cucagna sull’emigrazione bergamasca in Brasile nella seconda metà del diciannovesimo secolo, per il fatto che il processo di colonizzazione di ampi territori dell’America latina, come è successo anche negli Stati Uniti, è avvenuto contestualmente alla distruzione delle culture preesistenti degli indigeni - indios e indiani - perseguita anche attraverso l’eliminazione fisica delle popolazioni native. I primi coloni hanno introdotto il concetto di proprietà privata, costruendo recinzioni e alzando steccati per impedire a chiunque l’accesso nei fondi loro assegnati, mettendo in atto misure anche drastiche per la difesa dei nuovi confini. Le autorità centrali hanno promosso e sostenuto il processo di colonizzazione non solo per sfruttare ampie porzioni di territorio ancora inesplorate, ma soprattutt

PIZZAIOLO, COLLEZIONISTA E INSTANCABILE ANIMATORE DELLE VICENDE DELLA SUA VALLE

Stefano Frosio Stefano non è solo un bravo pizzaiolo, comproprietario, assieme ai suoi fratelli, di uno spazioso esercizio pubblico situato proprio nel centro della Felìsa , dove con una certa regolarità metto le gambe sotto il tavolo per gustare una prelibata pizza accompagnata da speck e stracchino (quello nostrano, prodotto dai nostri allevatori di monte), alternata all’immancabile Fumata Bianca, farcita con diversi ingredienti. Una vera esplosione di sapori alpini e mediterranei. I meno giovani sanno che questa pizza è stata voluta alla memoria di Dante, suo papà, per non dimenticare quando, la mattina del 28 ottobre 1958, dalla stufetta istallata in prossimità dell’abitazione del noto fotografo della Valle Imagna, ma in luogo accessibile e visibile da tutti, fuoriuscì il fumo bianco: da quel momento ol Capelù - così la popolazione della valle lo aveva soprannominato, in relazione al suo vistoso cappello nero a larghe tese – ha iniziato ad annunciare a gran voce l’imminente elezio