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Visualizzazione dei post da luglio, 2021

PICCOLE-GRANDI STORIE DELLA CHIESA DI BERGAMO. IN ARRIVO LA NUOVA OPERA MONUMENTALE DI MONSIGNOR ERMENEGILDO CAMOZZI

  Mons. Ermenegildo Camozzi (a sinistra) con  le bozze definitive della sua nuova opera in tre tomi.  I nostri appuntamenti sono sempre stati lì, nella chiesa a unica navata della Madonna della Gamba, a Desenzano sul Serio, nel Comune di Albino, poco distante dall’abitazione privata di monsignor Ermenegildo Camozzi. Non sono stati incontri a cadenza regolare, ma ogni qualvolta c’era la necessità di revisionare bozze, scambiare documenti, valutare i diversi aspetti della ricerca, soprattutto in relazione alla definizione del suo migliore “vestito” editoriale, bastava una semplice telefonata per stabilire giorno e ora del ritrovo. Per oltre due anni la maestosa torre campanaria annessa al santuario ha vigilato sui nostri incontri, scandendo i tempi della mia permanenza nei pressi di quel luogo sacro. Don Gildo era sempre lì che mi aspettava, non si è mai fatto attendere una volta. Sapevo di trovarlo seduto in meditazione in uno degli ultimi banchi, in fondo alla bella chiesa barocca che

HAIM. UN CONCERTO PER LA VITA - Bibliosteria di Cà Berizzi, venerdì 16 luglio 2021, h.19:30

  Sin dai primi anni Novanta del secolo scorso il Centro Studi Valle Imagna ha iniziato a raccogliere e studiare le fonti orali della tradizione locale, redigendo protocolli di ricerca e acquisendo testimonianze di vita vissuta, mediante lo strumento dell’intervista, dando forma alla collana di video e fono-documenti “I rastrelli”, per conservare e trasferire a futura memoria le esperienze di boscaioli e bergamini, soldati ed emigranti, sacerdoti e artigiani, massaie e filatrici,… espressioni sincere di un mondo ormai decisamente lasciato alle spalle.  Abbiamo raccolto, in questi trent’anni di attività, circa un migliaio di registrazioni digitali, che oggi costituiscono l’Archivio della Memoria e delle Identità del popolo bergamasco, per documentare non solo i principali fenomeni del Novecento (guerre, emigrazione, abbandono della montagna, passaggio definitivo dall’antico mondo tardo-medioevale alla società moderna,…), ma soprattutto per ritrovare il bandolo della matassa della nostra

LA LEGGE DEL DEGRADO

Scrittura e libertà.     C’è chi scrive per mestiere, come fa il giornalista, e chi all’inseguimento di ambizioni letterarie. Non mi sento di appartenere né all’una né all’altra categoria, pur annoverando tra gli amici esponenti autorevoli di tali prestigiosi ambiti. Scrivo per dare sfogo alla necessità di comunicare sia con me stesso che con la realtà che vivo ogni giorno e nella quale sono immerso, profondamente dedito all’avventura della vita, durante il suo dispiegarsi tra le mille contraddizioni di tutti i giorni, nel solco accidentato e cosparso da una moltitudine di imprevisti e difficoltà. Scrivere è un ottimo esercizio per riflettere e per comunicare. A volte non ne posso proprio fare a meno, per dare vita a speranze e affinare semplici intuizioni, anche per scaricare delusioni e rabbie. Canto, con questa penna compressa tra il pollice, l’indice e il medio, il desiderio di vivere, la ricerca appassionata della mia storia immersa in quella delle generazioni passate, sperimento